Pubblicato lunedì 16 settembre 2019
Per rimettere in moto sviluppo puntare su ambiente e innovazione. Il direttore de La Stampa, Maurizio Molinari, intervista l'ex presidente del Consiglio italiano
In Europa non c’è una recessione ma un rallentamento, una debolezza che si prolunga più del previsto. Lo dice oggi il neocommissario Paolo Gentiloni, designato dalla presidente Ursula von der Leyen agli Affari economici in un’intervista rilasciata al direttore de La Stampa Maurizio Molinari.
Nel colloquio con il giornalista, Gentiloni ribadisce il suo particolare impegno su alcuni punti del programma illustrato dalla von der Leyen al Parlamento europeo: battere le diseguaglianze economiche, promuovere il green new deal, introdurre la web tax e riformare Dublino sui migranti.
Sulla stagnazione l’ex premier italiano ricorda come la prolungata crescita registrata nel vecchio continente dal 2013 al 2018 non abbia ridotto le differenze tra i paesi ma abbia aumentato invece le differenze sociali interne. Di fronte alla poco probabile futura crescita secondo schemi tradizionali, Gentiloni ribadisce quindi la scommessa della nuova Commissione di voler puntare su uno sviluppo che sia più sostenibile dal punto di vista sociale e ambientale.
Sugli aspetti sociali, Gentiloni sottolinea che la UE con un mercato unico (anche del lavoro) e una moneta comune non può non avere anche strumenti di politiche sociali e fiscali comuni. Una delle missioni che la presidente ha affidato al commissario in pectore è quindi la definizione di un’assicurazione europea contro la disoccupazione.
Ma è anche sugli aspetti ambientali che si misurerà l’effettivo cambiamento. Tutti i commissari faranno la propria parte sul tema, spiega Gentiloni, il commissario all’economia con tasse e investimenti per promuovere lo sviluppo sostenibile, a cui dovranno concorrere gli sviluppi, che dovranno essere altrettanto robusti, nel settore del digitale e dell’innovazione.
Sulle risorse, Gentiloni spiega che la web tax dovrà dare un grande contributo al bilancio europeo e alle riforme. L’impegno della UE sarà di condividere il progetto in ambito Ocse G20, ovvero su scala globale, che sarebbe ovviamente la dimensione migliore. Ma se non si riuscisse nell’intento la UE non sarebbe disponibile a non decidere sul tema, assicura il neocommissario.
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